Un servizio fotografico di food ha una particolarità: difficilmente può effettuarsi nello studio del fotografo, a meno che esso non sia dotato di una cucina attrezzata di tutto punto. Però anche in questo caso, certi cibi preparati in una cucina professionale, non saranno la stessa cosa se preparati in una cucina casalinga. Quindi, a meno che non siamo parlando di fotografia di food fatta dal fotografo per arricchire il proprio portfolio nella quale si fotografano piatti semplici o con derrate crude, il servizio fotografico dovrà farsi presso il cliente.

Le differenze ci sono, e sono importanti:

  1. Il fotografo non potrà portarsi dietro tutto il proprio arsenale di ripresa, soprattutto il sistema di illuminazione, compresi gli schermi riflettenti, gli schermi semitrasparenti e tutti i modificatori di luce.
  2. Il tempo a disposizione non sarà infinito, perché sarà scandito anche dalle necessità del cliente.
  3. Lo spazio a disposizione potrebbe essere un vero problema, laddove fosse insufficiente per montare anche il set più ridotto (pensate ad un bistrò…).

Da qui risulta ovvia la necessità di accordarsi col cliente per un servizio realizzato durante la chiusura del locale, vale a dire prima del servizio di pranzo o tra il pranzo e la cena. Meglio ancora se nel giorno di chiusura del locale, se lo staff interessato può essere presente.

Una cosa importante da chiarire col cliente è il tipo di riprese da fare:

  • Piatti ambientati sul solo sfondo.
  • Piatti ambientati sulla tavola apparecchiata.
  • O magari entrembe le cose.

Altra cosa importante: cosa dovrà essere fotografato?

  • Solo i piatti?
  • Anche gli ambienti?
  • Anche lo chef e il suo staff?

Nel caso si debba fotografare anche l’ambiente, sarà necessario che l’intera sala sia preparata prima dell’arrivo del fotografo.

“Preparata” significa non soltanto pulita (cosa ovvia in un ristorante) ma anche presentata con tutti i tavoli apparecchiati, come se stessero per arrivare gli ospiti.

“Prima” significa poco prima dell’arrivo del fotografo e non il giorno prima, perché la polvere si rideposita in poco tempo.

Al suo arrivo il fotografo avrà il suo da fare a scaricare l’attrezzatura e stabilire il set di ripresa. Se lo staff del ristorante inizia ad andare avanti e indietro per preparare la sala proprio in quel momento, la situazione non sarà certamente delle migliori.

Se anche il personale dovrà essere fotografato, bisogna capire che tipo di importanza dovranno avere queste foto.

Se sono foto di secondaria importanza rispetto ai piatti (“Dato che c’è il fotografo…”) gli scatti possono essere fatti senza grande preparazione.

Se invece lo chef si aspetta una serie di foto fatte in un certo stile, come spesso i cuochi di oggi fanno, soprattutto quelli più giovani, allora il fotografo dovrà essersi messo d’accordo col cliente sullo stile che queste foto dovranno avere:

  • Dovranno essere foto normali, nella posa, nell’illuminazione e nell’atmosfera?
  • Oppure dovranno raccontare qualcos di più, essere molto più aggressive e comunicative?

Nessun problema nel primo caso, ma nel secondo un minimo di preparazione anche se solo mentale il fotografo dovrà averla, e fissare un colloquio (anche telefonico, ma meglio “in loco”) con lo chef sarà essenziale.

Senza pensare che se il fotografo dovrà fotografare anche lo staff, dovrà portarsi dietro un impianto di illuminazione sicuramente superiore a quello che sarebbe stato necessario per la fotografia di singoli piatti in primo piano.

Continua…